La battaglia di Waterloo fu il capolinea per la vicenda di Napoleone Bonaparte e rappresentò senza dubbio la sua peggior sconfitta. Il conflitto si svolse nel vicino villaggio di Mont Saint-Jean ma deve il suo nome al luogo in cui era insediato il campo militare del Duca di Wellington.
Le due armate iniziarono a scontrarsi nel pomeriggio nel momento in cui parte delle truppe francesi si lanciarono all’attacco di La Haye Sainte e Mont Saint-Jean; fu proprio allora che Napoleone scoprì di aver sottovalutato l’esercito nemico poiché vide per la prima volta i circa trentamila soldati del IV Corpo d’Armata prussiano guidato da von Blücher.
Come si arrivò alla sconfitta dei francesi
A coprire il fronte dell’esercito francese era un gruppo di fanteria leggera pensato per procedere rapidamente e senza un tragitto preciso in modo da rendere difficile il tiro ai cecchini nemici.
La tattica prediletta da Napoleone fu quella di dividere le truppe in gruppi di otto battaglioni in linea, strana scelta poiché poco efficiente: questo disposizione permetteva solamente a circa duecento uomini di sparare in contemporanea e solo se posizionati nella prima fila dell’esercito schierato.
Gli inglesi, per contro, misero in campo le armate in battagliati collocati in modo orizzontale con una fila aggiuntiva di fucilieri; questo permise ai britannici di far fuoco da ogni angolo e molto più rapidamente rispetto al nemico.
Le truppe francesi dovettero quindi subire un’ondata incessante di proiettili che, nonostante la protezione continua dell’artiglieria pesante che sparava dalle retrovie, causarono perdite importanti e rallentarono rapidamente l’avanzata napoleonica.
I battaglioni di Napoleone, sotto il continuo fuoco nemico, persero velocemente il morale e iniziarono a sfaldarsi anche perché spesso riempite da giovani soldati alla prima esperienza sul campo di battaglia.
Parte dell’esercito francese riuscì comunque a far riportare piccole vittorie su terreni di scontro laterali, come ad esempio in una cava di ghiaia poco distante, ma dopo poco venne preso dal panico e, durante la disastrosa ritirata, fu colpito dalla cariche della Union Brigade guidata da Ponsonby, seguita a ruota da una seconda ondata di cavalleria con a capo Somerset.
L’ultimo errore fu un altro e non fu di Napoleone: venne commesso dai cavalieri denominati Scots Grey che nella foga si allungarono troppo e vennero decimati dalle rimanenti armate francesi.