Le due formazioni rocciose che delimitano i lati dello Stretto di Gibilterra erano chiamati nell’antichità Colonne di Ercole e rappresentavano il punto di non ritorno e il confine del mondo conosciuto. Oltrepassando lo stretto infatti si usciva dalle calme acque mediterranee per inoltrarsi nell’infinito Oceano Atlantico, al tempo interamente inesplorato.
Ercole ed il mito della formazione delle colonne
Ercole, semidio leggendario dalla forza sovrumana, esplorò tutto il mondo conosciuto per completare le proprie fatiche e dimostrare il proprio valore.
Durante le sue avventure, il mito narra che Ercole si spinse al di là del limite del mondo conosciuto dove i comuni mortali non avrebbero potuto sopravvivere raggiungendo i due monti limiti del pianeta, Calpe e Abila. L’eroe sfruttò la sua forza per dividere i due monti aprendo un passaggio che diede vita alle Colonne di Ercole sulle quale impresse la scritta “non plus ultra”.
Platone, storico e filosofo greco, credeva che, superate le Colonne di Ercole, si potesse trovare la mitica città di Atlantide, sprofondata nell’oceano assieme a tutti i metalli e oggetti preziosi di cui si pensava fosse adornata. Questa leggenda portò molti navigatori a esplorare le acque dell’Atlantico.